Chi Siamo
Post è una rivista filosofia indesciplinare fondata e gestita da studenti e ricercatori universitari, provenienti da numerosi atenei italiani ed europei, in collaborazione con Mimesis edizioni.
Una pubblicazione in cui la riflessione filosofica dialoga con altre discipline: scienze sociali, fisica, letteratura, politologia, economia, matematica, etc. Un luogo di formazione e collaborazione, in cui il rigore scientifico si accompagna alla curiosità della ricerca.
In nostro scopo è creare un ambiente di ricerca che si avvalga in maniera complementare sia della diffusione su carta stampata che della interattività delle tecnologie informatiche, che possa essere liberamente accessibile a un largo numero di fruitori e che sia capace di retroazione regolativa in base alle esigenze dei suoi collaboratori.
In analogia con la multimedialità, vorremmo tessere una rete nella Rete, incrociare riflessioni e discipline diverse al di là dei discorsi che ne hanno delimitato i confini: non per ricomporle in una ipotetica e non ricercata unità, quanto piuttosto per avere molti occhiali da indossare.
Hanno collaborato con Post, tra gli altri: Luca Bozzato (fondatore di ThinkIn e consulente LinkedIn fra i più importanti in Italia), Raffaele Alberto Ventura (autore di Teoria della Classe Disagiata), Ludovica Carbotta (Biennale Arte di Venezia 2019).
Abbiamo pubblicato 4 numeri, di cui l’ultimo nel 2016.
Mission
La divisione del lavoro (cognitivo), insegnava Adam Smith, è la condizione necessaria per produrre in grande scala. Ma la “ricchezza delle nazioni” ha un prezzo terribile per il produttore, che nell’unicità del gesto meccanico perde la visione dell’insieme: specializzarsi significa rinunciare a ciò che esula dalla propria specialità.
In modo simile accade nella moderna industria del sapere: nessun uomo prima di noi ha potuto approfittare di tanta ricchezza, milioni di pagine di bibliografia su ogni argomento, ricercatori operosi, dati, traduzioni, dipartimenti, convegni, cascate di finanziamenti e indirizzi di studio quanti la fantasia umana ne può inventare. Ma nell’universo del sapere diviso resiste una disciplina che si permette di trattare d’ogni altra disciplina: si fa chiamare filosofia. Ma è davvero, la filosofia, all’altezza di questa missione? Non è forse anch’essa incamminata sul sentiero della (iper)specializzazione?
Qualcosa sembra essere andato storto. Dopo Babele, l’esito del “Candide” di Voltaire è stato preso curiosamente sul serio: il proprio giardino è il mondo intero ed eccoci a coltivare con operosità, filosofi, scienziati, storici, artisti in senso lato, il nostro piccolo terreno. Non basta, però, preoccuparsi del proprio giardino: una volta giunti allo steccato, dobbiamo anche rivolgere la parola al vicino, spiare come cresce la sua erba, discutere sul nostro comune oggetto di cura.
Fuor di metafora, è necessario vivere in maniera più profonda e più aperta il problema topografico del proprio orizzonte, per indagare limiti e confini del sapere di cui siamo custodi; accorgerci che “fuori” vi sono altri-mondi e non contro-mondi. È proprio nella radicalizzazione teoretica di ciò che si conosce o si crede di conoscere, infatti, che l’uomo sperimenta fino in fondo i confini delle proprie pretese epistemiche, quando si trova a dover rivolger parola a coloro che stanno fuori del proprio giardino.